#Pillola 22: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

«I mercanti milanesi, che hanno seguito a Bari Isabella d’Aragona, trasformano una antica costruzione romanica nella chiesa rinascimentale dedicata a Sant’Ambrogio e poi a Sant’Agostino. I lombardi Tanzi, trasferitisi a Bari, costruiscono il loro palazzo che, con quello della Dogana restaurato da Isabella d’Aragona, sono oggi i più interessanti edifici civili rinascimentali del borgo vecchio della città. Nella prima metà del Cinquecento questo centro pugliese è uno dei più progrediti del Mezzogiorno d’Italia. Con la morte di Bona Sforza (1557) Bari perde la sua autonomia ed entra a far parte del Viceregno di Napoli.»

#Pillola 21: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

« Nel 1463 muore il principe di Taranto. Giovanni Antonio Orsini non ha figli e il sovrano, Ferdinando d’Aragona, incamera il principato di Taranto, il ducato di Bari e la contea di Lecce[…] nel 1464 cede Bari, con il titolo ducale , agli Sforza. Stato autonomo, non soggetto a vincolo di vassallaggio al re di Napoli, con Sforza Maria, con Gian Galeazzo, finalmente con Isabella d’Aragona, vedova di Gian Galeazzo, e con Bona, vedova di Sigismondo di Polonia, Bari raggiunge il suo massimo splendore.»

#Pillola 20: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

Nel 1389 il durazziano Ladislao, riconosciuto re di Napoli dal pontefice Bonifacio IX, parte alla riconquista della Puglia. Sposa Maria d’Enghien che portava in dote la contea di Lecce e di fatto viene “riconosciuto legittimo sovrano in tutta la Puglia”.

“La lotta per la successione al trono di Napoli tra Luigi III d’Angiò e Alfonso d’Aragona ha ripercussioni anche in Puglia”.

Nel 1442 Renato d’Angiò lascia Napoli per rientrare in Francia e la Puglia diviene tutta aragonese. “I baroni angioini vengono privati dei loro feudi.”

Ma il sovrano aragonese incontra le resistenze del principe di Taranto Orsini del Balzo che vorrebbe rendersi indipendente da Napoli.

Quando Giovanni di Lorena, figlio di Renato d’Angiò, scende in Italia per “reclamare i diritti paterni sul regno di Napoli, […] il principe di Taranto innalza il vessillo angioino”.

Il 16 agosto del 1462 grazie all’intervento degli Sforza e dello Scandeberg, gli angioini vengono sconfitti a Troia, l’anziano principe di Taranto sconfitto chiede e ottiene il perdono e la Puglia è di nuovo aragonese.

#Pillola 19: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

Nel 1347 «la Puglia è invasa dalle armate ungheresi […] che muove contro la regina Giovanna al cui fianco sono gli Angioini di Taranto. La Puglia è ostile al re di Ungheria» che semina morte e distruzione e nel 1352 abbandona il regno di Napoli.

È ora il turno di Luigi di Durazzo che parte alla conquista della Puglia, ma che nel 1362 viene tradotto prigioniero a Napoli.

Nel 1378 in Puglia ai Durazzeschi «si oppongono i grossi baroni e le città costiere, Bari, Barletta, Trani, Monopoli, Giovinazzo, Bisceglie» rivendicando l’autonomia cittadina.

#Pillola 18: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

«Nessuno sfugge al fisco angioino […] Per portare a termine i lavori iniziati dagli Svevi e per costruire nuove torri e castelli Carlo d’Angiò impone tributi straordinari alle popolazioni interessate».

Pur subendo il malgoverno angioino, le popolazioni pugliesi riescono a fronteggiare la crisi che ha colpito l’intero regno.

«i mercati e le fiere pugliesi […] sono frequentati da mercanti genovesi e toscani che […] fanno incetta di grano e lana.» Si intrattengono rapporti commerciali con Venezia e le «città dalmate».

#Pillola 17: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

«Investito da Clemente IV del Regno di Sicilia, Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, muove alla conquista del Regno.»

«Tutta la Puglia è in rivolta e attende Corradino – (di Svevia che scende in Italia per rivendicare i suoi diritti sul trono) -che, da Roma, muove verso il Regno di Sicilia.»

Sconfitto Corradino, Carlo d’Angiò muove contro i ribelli e «con l’approvazione del pontefice, procede ad exterminium Sarracenorum di Lucera».

«Dopo la repressione […] si preannunzia un periodo di grave crisi economica […] che le continue e pressanti necessità del sovrano rendono più acuta.

«Dopo la repressione […] si preannunzia un periodo di grave crisi economica […] che le continue e pressanti necessità del sovrano rendono più acuta.» Nel 1271 «fames magna fuit» – (ci fu una grande carestia) – « in tutto il regno».

#Pillola 16: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

“L’imperatore svevo – Federico II- ama la Puglia e vi ritona spesso.”

Nel 1220 Federico II arriva in Italia e in Puglia si occupa di favorire la ripresa economica sostenendo il patrimonio zootecnico e l’agricoltura. Favorisce anche gli scambi commerciali confermando la validità del trattato del 1175 stipulato con i Veneziani.

“Anche nell’età sveva Bari continua ad esercitare una notevole influenza economica e culturale su tutti i paesi pugliesi della costa adriatica.

Le città, che non hanno mai rinunziato a costituirsi in liberi comuni, subiscono ora la politica accentratrice di Federico II che ha […] impedito loro di costituirsi in liberi comuni.”

Tra Canosa e Corato Federico II fa costruire Castel del Monte, capolavoro della architettura sveva, seguoni poi il castello di Lucera, la città di Altamura, castelli, porti e cattedrali.

Alla sua morte succede il figlio Manfredi, molto legato alla Puglia, che fa costruire vicino a Siponto una nuova città con un nuovo porto che prende il nome di Manfredonia.

#Pillola 15: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

Anche se Puglia è ormai Normanna, “i Bizantini mantengono rapporti con il clero di rito greco presente in questa regione, intensi rapporti commerciali con i mercanti pugliesi e, per molto tempo ancora, continuano ad esercitare la loro influenza sui costumi, sull’arte e sulla cultura pugliese. […] a Costantinopoli nel 1076 viene eseguita la porta di bronzo per il santuario di San Michele sul Gargano. “

#Pillola 14: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

Nel 1175, grazie a privilegi e franchigie ottenute da Guglielmo II, Bari stipula un trattato di commercio con Venezia.

Bari dibiene il porto più importante della Puglia. “I Veneti, non solo, ma anche gli Amalfitani e i mercanti dalmati hanno il loro banco in questa città. I mercanti di panni adottano, come unità di misura lineare, ilbraccio barese.”

#Pillola 13: Storia della Puglia

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(tratto da Storia della Puglia, di Tommaso Pedio, Capone Editore 2002)

“Nel 1087 marinai baresi portani nella loro città le spoglie di Nicola, il santo vescovo di Mira[…]

Vogliono i ricchi mercanti baresi che le spoglie del santo vescovo di Mira siano custodite in una chiesa che sia centro di richiamo per pellegrini e mercanti.

E questa chiesa sorge sull’antica corte del catepano bizantino. La maestosa, severa basilica di San Nicola testimonia l’importanza raggiunta tra l’XI e il XII secolo da questa città marinara[…]”